Grazie ai suoi studi, possiede le competenze necessarie per valutare i fabbisogni nutrizionali e per elaborare profili personalizzati: può redigere diete e regimi alimentari calibrati sui singoli soggetti; può suggerire o consigliare integratori alimentari; può determinare diete ottimali per mense e diete speciali.
Ma soprattutto, il Biologo nutrizionista EDUCA ad un’alimentazione sana, proponendo un corretto stile di vita alimentare e un supporto nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute. I suoi consigli non sono finalizzati al solo dimagrimento ma al raggiungimento di un’armonia tra cibo e corpo, in base ai principi di sicurezza alimentare. Perché una sana alimentazione significa una vita più salutare.
Educare al corretto utilizzo degli alimenti, alla giusta porzionatura nella giornata in base alle proprie necessità energetiche, evitando così problemi causati da eccessi o carenze alimentari al fine di prevenire le varie patologie ad essi correlate.
]]>Antichi modi di pensare, tramandati ed incistati a notevoli profondità, ci portano ancora oggi a considerare in maniera distinta e separata alcune aree della nostra vita. Come se fossimo una sorta di mappamondo in cui sono ben delineati i confini tra un paese e l’altro: come se il nostro corpo biologico non fosse anche la casa del nostro corpo vissuto.
Così, molto spesso, alcune situazioni di cui ci sembra non venire mai a capo potrebbero incontrare una risoluzione se solo facessimo lo sforzo di guardarle da un altro punto di vista questo il caso delle nostre più consuete abitudini alimentari che, notoriamente inefficienti, si protraggono in maniera inesorabile a dispetto del nostro benessere.
L’ansia mi porta a mangiare più del solito?!?
Quando mi annoio apro la dispensa e inizio a mangiare di tutto??
Al fondo di queste abitudini c’è sempre un’emozione che chiede di essere espressa e che, probabilmente, non disponendo di un altro canale comunicativo confluisce nei comportamenti che ci sembrano ormai inevitabili pur riconoscendone la negatività. Cosa fare, allora?
In uno dei confronti con la Dott.ssa Angelozzi ? venuta fuori un?immagine che ben raffigura il rapporto di collaborazione che può, anzi deve, esistere tra Psicologo e Nutrizionista: Letizia ha proposto l?idea di una doppia freccia??? sostenendo come una persona possa scegliere di iniziare un percorso di cambiamento decidendo di contattare in ordine diverso una delle due figure professionali sopra nominate. Si può scegliere di contattare il Nutrizionista per soddisfare l?esigenza di intraprendere un percorso alimentare sano ed equilibrato e scoprire, grazie ai colloqui con il professionista, che c’è la necessità di aprire un dialogo con lo Psicologo per esplorare alcune emozioni e/o pensieri al fondo di alcune abitudini alimentari. Viceversa, si può scegliere di contattare lo Psicologo perché si sente l’esigenza di risolvere un conflitto o di conoscere meglio alcuni vissuti che vanno a sfociare in comportamenti alimentari non favorevoli al proprio benessere e valutare, insieme allo Psicologo, la possibilità di usufruire di un percorso nutrizionale che vada ad affiancare quello psicologico-clinico.
Non parliamo dunque soltanto di situazioni patologiche in cui si riscontri un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione o un vissuto di preoccupazione per il proprio corpo eccessivo in termini di invasività, persistenza e ripetitività come nel caso delle Dismorfofobie. Parliamo anche di quelle situazioni in cui una migliore e pi? estesa esplorazione del modo di vivere il proprio corpo, le proprie emozioni, il proprio rapporto con il cibo può risultare la chiave più giusta per affrontare una condizione di disagio e fare finalmente esperienza di un benessere ad ampio raggio.
Silvia Totaro ? Psicologa Clinica
Il grasso viscerale ? un tipo di grasso depositato in profondità, all?interno dell’addome attorno agli organi che regolano il metabolismo. Questo tipo di grasso comporta in genere un aumento del volume della pancia che diventa rotonda e tesa, ed è questo il grasso legato alle malattie metaboliche, ed è più tipicamente maschile ma viene riscontrato anche in molte donne.
Il grasso sottocutaneo è il grasso che si deposita negli strati sotto la pelle e dunque è meno connesso con gli organi e di conseguenza con le patologie di tipo metabolico.
Essendo un grasso intrappolato nella pelle, è periferico, e dunque difficilmente viene utilizzato dall’organismo come risorsa energetica.
Il grasso viscerale pur essendo molto più pericoloso da un punto di vista salutare e metabolico, risponde molto bene alla dieta e all’esercizio fisico generico come un semplice camminata.
Il grasso sottocutaneo invece non risponde altrettanto bene a questi cambiamenti, necessita pertanto di un cambiamento alimentare ben preciso che deve essere supportato da un’attività fisica più mirata, quindi necessita di un approccio leggermente più specifico.
In questo caso al programma nutrizionale mirato si deve aggiungere un’attività fisica che vada a vascolarizzare quelle zone con maggior deposito di grasso, in modo tale che quel grasso depositato possa essere utilizzato per produrre energia quando con il programma alimentare si va a creare un deficit calorico. In questo approccio quindi non basta la classica camminata in quanto non è un lavoro fisico abbastanza intenso e specifico per quelle zone in cui c’è l’accumulo di grasso, la palestra diventa molto più utile in questi casi perchè con allenamenti mirati si possono stimolare in maniera idonea queste specifiche zone. ? importante sollecitare spesso i distretti corporei interessati affinchè si possano ottenere buoni risultati e soprattutto risultati concretamente visibili.
]]>Capita spesso che il cambiamento possa spaventare, in quanto le abitudini forniscono una sorta di sicurezza e tranquillità interiore, ecco perché è cosi difficile cambiare e uscire fuori dalla nostra zona di confort.
Come affrontare il cambiamento?
L’ importante affrontarlo secondo la propria personalità quindi lavorando in modo graduale oppure dando un taglio netto e immediato alle vecchie abitudini alimentari.
La difficoltà nel cambiamento è inversamente proporzionale alle motivazioni di base che ogni persona ha e che spingono ognuno a voler raggiungere i propri obiettivi.
Sicuramente se si è profondamente convinti e consapevoli di quanto queste scelte siano benefiche e necessarie per la propria salute tutto diventa più facile.
E’ importante approcciare con curiosità e positività nuovi sapori e nuove abitudini, allontanandosi dall’idea di rinuncia o privazione dettata dalle vecchie abitudini , ma proiettandosi verso la sensazione di benessere che corpo e mente riceveranno attraverso un?alimentazione sana e bilanciata.
Non possiamo risolvere i nostri problemi con la stessa mentalità che li ha creati
Albert Einstein
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